Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Geopolitica”, è stato intervistato da “Il Sole 24 Ore” a proposito della crisi greca. L’intervista è comparsa a p. 8 dell’edizione del 1 ottobre 2012, col titolo “Europeriferia affacciata su aree a rischio”. Una copia dell’articolo può essere letta, tramite la Rassegna Stampa della Camera dei Deputati, cliccando qui. Di seguito la trascrizione.
Paese piccolo, e per di più periferico. Culla della civiltà, ora declassata ai margini della zona europea. Ma area strategica dal punto di vista geopolitico, che fa gola anche alla Russia e ai Paesi balcanici. «La carta vincente della Grecia – spiega Tiberio Graziani, direttore dell’Istituto di alti studi di geopolitica – è la posizione geografica che ne fa l’avamposto per l’Oriente e Paese chiave dell’area mediterranea. Considerarlo un Paese periferico è un errore strategico». A giocare nello scacchiere internazionale Atene si è abituata presto, con l’ingresso nella Nato nel 1952, prima, e nel 1981 nella Comunità economica europea insieme – ironia della sorte – a Spagna e Portogallo. Eterna rivale della vicina Turchia, ha finora posto il veto all’ingresso di Ankara in Europea. Ed è stata accontentata.
Nel 2002 la Grecia ha raggiunto il traguardo più ambito: l’ingresso nel club della moneta unica fino ad arrivare a minarne le fondamenta. «Di fronte agli scossoni greci – avverte Graziani – l’unica soluzione è la solidarietà. Anche per questioni di opportunità, perché Atene può accompagnare le imprese, comprese quelle tedesche, nell’espansione verso est e verso l’area mediterranea».